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Gio Ponti
[Giovanni Ponti] |
* Milano, Italia, 18 Novembre 1891 |
+ Milano, Italia, 16 Settembre 1979 |
nazionalità:
italiana |
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SAGGI E ARTICOLI |
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Gio Ponti. Una vita per l’Abitare Graziella Roccella
Gio Ponti è una personalità indipendente che oltrepassa i confini spaziali e temporali, la cui vasta opera ha esplorato ogni orizzonte di senso del concetto di abitare, risultando oggi estremamente attuale. Dotato di un’inesauribile e sincera passione per l’architettura, Ponti affronta ogni tema senza distinzione gerarchica. Lavora con uguale intensità e qualità dei risultati nei campi di architettura, pittura, design, arredo e comunicazione con escursioni, nel campo del teatro e delle arti applicate.
Gio Ponti è artista completo e grande animatore culturale che opera per quasi sessanta anni compiendo una sintesi formale e linguistica tra i termini apparentemente dialettici di complessità e linearità, classicità e contemporaneità. Il suo processo compositivo è complesso e sottende una “segreta struttura”, condivisa solo con i suoi collaboratori. Tanto complessa è la genesi progettuale quanto più semplice e spontaneo appare il risultato. Così egli procede, tutta la vita, dal pesante al leggero, dal complesso al semplice e talvolta, per un gioco di leggerezza e distacco, inverte la rotta trovando nemici fra i critici che, di fronte a questa sua indecifrabilità, lo accusano di incoerenza. In realtà Ponti ha un’autonomia nel panorama dell’architettura contemporanea che dovrebbe accomunarlo ai protagonisti. Invece, per lo squilibrio di cui soffre la critica architettonica italiana, schierata per il classico o per il razionale, Ponti l’indipendente rischia di passare in secondo piano.
La classicità pontiana, filtro non programmatico della sua impostazione culturale, è sostenuta da una vivacità contemporanea nell’operare scelte compositive, formali e decorative originali, difficili da inquadrare nelle tendenze. “Ponti è un caso moderno di architetto antico”, così lo definisce recentemente la figlia Lisa Licitra Ponti. La classicità opera in lui inconsapevolmente dai tempi della Grande Guerra in cui, durante il riposo dalle azioni militari, trascorre intere nottate nelle ville venete di Andrea Palladio, allora abbandonate. Dall’aver dormito e percepito quelle architetture ad occhi chiusi, dichiara derivargli l’impostazione classica nell’affrontare il tema dell’abitare. “Chi sono i maestri del papà?” chiede alle figlie bambine; “Serlio, Palladio e Vitruvio” devono rispondere in coro Lisa e Giovanna, come una filastrocca. Questa matrice classica, dovuta anche alla frequentazione dell’ambiente accademico di Piero Portaluppi e Giovanni Muzio, è evidente soprattutto nelle sue prime opere, come la Casa di via Randaccio a Milano, costruita con Emilio Lancia, dove però è già contrapposta a quel senso etico del progettare interni moderni, funzionali, salubri e pratici. Ponti si batte per il moderno e per diffonderne la cultura spesso egli paragona la casa a un’automobile e domanda: perché pretendere l’ultimo ritrovato tecnologico per il trasporto e accontentarsi invece di case antiquate? Questi principi sono applicati nelle cosiddette case tipiche a Milano, che battezza tutte con nomi diversi: Domus Julia, Domus Aurelia, Domus Serena, per fare qualche esempio.
A partire dagli anni Trenta, insegna al Politecnico di Milano ed è fondatore e direttore di “Domus”, rivista di respiro internazionale, unica nel panorama editoriale italiano per il suo interesse trasversale nei riguardi di architettura, design, arte e arti applicate. La dirige dal 1928 sino alla morte con al fianco collaboratori storici come la figlia Lisa, Enrichetta Ritter, Mario Tedeschi e, nel tempo, amici sempre diversi tra cui Bernard Rudofsky, Charles Eames, Ettore Sottsass. Soltanto per un breve periodo, dal 1941 al 1947, ne lascia la direzione per fondare la rivista “lo Stile”, a causa di frizioni con l’editore Gianni Mazzocchi. Risolta l’incomprensione, dopo la guerra Ponti ritorna a Domus, promuovendo i rapporti tra artisti e industria. Si rivela così una figura chiave per la nascita e la diffusione del design industriale in Italia. Nel momento in cui, a livello internazionale, le industrie estere produttrici di oggetti per la casa sono altamente concorrenziali, Ponti esorta l’Italia ad avviare una propria produzione moderna, che conservi e tramandi ai giovani artisti il patrimonio prezioso di tecniche e maestranze locali. Lui stesso disegna centinaia di oggetti per l’abitare per l’industria del vetro, del mobile, del tessuto, della ceramica. Con i suoi pezzi per Richard-Ginori, Fontana, Artemide e Venini, rinnova la produzione italiana nei campi della ceramica e del cristallo d’autore contribuendo alla diffusione del design italiano nel mondo. Nel campo dell’arredo, le migliaia di disegni di sedie, tavoli, divani, mobili, apparecchi sanitari, elaborati nel tempo per Cassina, Frau, Ideal Standard, Walter Ponti, esportano la sapienza artigianale e la produzione industriale italiane. Ponti disegna anche piatti, posate, tovaglie, tende e tessuti. Negli anni Quaranta si dedica anche a costumi di scena per opere al Teatro La Scala di Milano, prototipi per macchine da cucire (Borletti 1948), una macchina per il caffè, (La Pavoni 1948), e persino, nel 1953 la proposta della linea Diamante per la carrozzeria di un’auto. Con gli anni Cinquanta arriva la sua consacrazione internazionale con la realizzazione della Torre Pirelli e di alcune case unifamiliari per una committenza illuminata. Ponti ottiene numerose commissioni estere come quella degli uffici governativi nell’importante programma di Baghdad del 1955. Negli anni Sessanta si susseguono, serrate, le esperienze del Pakistan (Pakistan House Hotel, 1962), di Hong Kong (Facciata dei grandi magazzini Shui-Hing, 1963), dei Ministeri di Islamabad nel 1964, di Eindhoven dove realizza la facciata del magazzino Bijenkorf del 1967, oltre ai progetti non realizzati delle torri residenziali a Montreal (1961) e del Centro Culturale A. Bruckner a Linz del 1963. Nel 1968, a coronamento di questo felice periodo, e di tutta una carriera, il Royal College of Art di Londra gli conferisce la Laurea Honoris Causa e riceve la Medaglia d'Oro dell'Accademia di Architettura di Francia.
Gli anni Settanta sono l’ultimo decennio in cui opera: non è un azzardo considerare le sue ultime architetture come espressioni di felicitas et facilitas: dalla Concattedrale di Taranto al Denver Art Museum completa quel processo di smaterializzazione a coronamento di una vita consacrata all’abitare in tutte le sue forme ed espressioni.
dicembre 2010 |
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OPERE |
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BIBLIOGRAFIA |
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SCRITTI DELL'AUTORE |
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Gio Ponti, ""Espressione" dell'edificio Pirelli in costruzione a Milano/"Expression" of the Pirelli building now under construction in Milan", Casabella 733, maggio/may 2005, pp. 68-73 (68-77), 97-98 |
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Gio Ponti, "La religione, il sacro", Domus 497, aprile/april 1971, pp. 15-21 (11-23) |
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Gio Ponti, "America: the happy Denver Museum", Domus 485, aprile/april 1970, p. 36 |
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Gio Ponti, "Chiesa dell'autostrada del Sole, vicino a Firenze", Domus 413, aprile/april 1964, pp. 38-40 |
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Gio Ponti, "Andiamo a Marsiglia?", Domus 235, aprile/april 1949, p. XI |
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SCRITTI SULL'AUTORE |
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Joseph Rykwert, Gio Ponti: A Critical Consideration, Divisare, Roma 2020 |
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Graziella Roccella, Gio Ponti 1891-1979. Master of lightness, Taschen, Köln 2009
tr. fr.: Gio Ponti 1891-1979. La légèreté de la matière, Taschen, Köln 2009
tr. ger.: Gio Ponti 1891-1979. La Meister der Leichtigkeit, Taschen, Köln 2009
tr. it.: Gio Ponti 1891-1979. Maestro della leggerezza, Taschen, Köln 2009
tr. sp.: Gio Ponti 1891-1979. Maestro de la levedad, Taschen, Köln 2009 |
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Paolo Piccione, Gio Ponti. Le Navi. Il progetto degli interni navali 1948-1953, Idea Books, Viareggio 2007 |
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Maria Antonietta Crippa, Carlo Capponi (ed.), Gio Ponti e l'architettura sacra. Finestre aperte sulla natura, sul mistero, su Dio, Silvana, 2006 |
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Massimo Martignoni, Gio Ponti. Gli anni di Stile. 1941-1947, Abitare Segesta, Milano 2002 |
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Lucia Miodini, Giò Ponti. Gli anni trenta, Electa, Milano 2000 |
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Ugo La Pietra, Gio Ponti, Rizzoli, Milano 1995 |
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Gloria Arditi, Cesare Serratto, Gio Ponti. Venti cristalli di architettura, Il Cardo, 1994 |
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Lisa Licitra Ponti, Gio Ponti. L'opera, Leonardo Editore, Milano 1990
review: Claudia Conforti, Domus 720, ottobre/october 1990, p. I |
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Donatella Paterlini, "Ponti e Milano. Dalle prime opere alle facciate in ceramica", Domus 708, settembre/september 1989, "Itinerario n. 49" pp. XI-XVI |
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Mario Universo, Gio Ponti designer. Padova 1936-1941, Editore Laterza, Bari 1989
review: Arturo Dell'Acqua Bellavitis, Domus 709, ottobre/october 1989, "Libri/Books", p. V |
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Domus 599, ottobre/october 1979, cover
Gianni Mazzocchi, "Gio Ponti 1891-1979", Domus 599, ottobre/october 1979, p. 1
Alessandro Mendini, "Gio Ponti 1891-1979", Domus 599, ottobre/october 1979, p. 1 |
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Design Quarterly 69-70, Nathan H. Shapira, The expression of Gio Ponti, Walker Art Center, Minneapolis 1967 |
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L'AUTORE NEL CINEMA |
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Protagonista
Molteni&C si fa promotore di un progetto inedito, il primo film documentario sul grande maestro del ‘900, interprete del design milanese, dal tilolo “Amare Gio Ponti”. Il documentario si basa sulla ricerca di materiali storici inediti, delle fonti iconografiche dei Gio Ponti Archives e delle Teche Rai, con un’intervista a Gio Ponti nel suo studio di via Dezza, le testimonianze degli eredi e le interviste ai protagonisti di oggi. |
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MOSTRE |
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Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967. Oltre duecento opere dell’inventore del Made in Italy, Faenza (Italy), MIC Museo Internazionale della Ceramica, 17 march / 13 october 2024
Al grande architetto, artista e designer Gio Ponti (1891-1979), promotore e divulgatore del “fare” italiano, è dedicata la prossima mostra del MIC Faenza che apre al pubblico il 17 marzo per rimanere allestita fino al 13 ottobre 2024.
La mostra dal titolo “Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967”, a cura di Stefania Cretella, espone in quattordici sezioni oltre duecento opere - tra ceramiche, vetri, arredi e disegni - attraverso le quali viene analizzato, dal 1922 al 1978, il lavoro di Gio Ponti in relazione alla sua visione dell’abitare e di un nuovo vivere moderno.
“Impari le cose fatte con le mani. Nulla che non sia prima nelle mani”, questa sua emblematica citazione racchiude il suo pensiero, che fin dagli esordi recupera la tradizione classica (etrusca e romana) e il fare dell’alto artigianato artistico, adattandoli al gusto moderno. Ponti è stato una figura chiave nella definizione dello stile italiano non solo attraverso la propria attività progettuale, anche grazie alla fitta rete di relazioni con artisti, industriali e artigiani, ma soprattutto grazie alla direzione di due riviste divenute storiche del settore come “Domus” e “Stile” e alla costante partecipazione a mostre ed esposizioni.
Ponti è infatti protagonista delle Biennali di Monza, delle Triennali di Milano e di eventi internazionali come la mostra itinerante “Italy at Work. Her Renaissance in Design Today” tenutasi negli Stati Uniti tra il 1950 e il 1953, volta proprio a promuovere oltreoceano il “Made in Italy” presentando i massimi rappresentati del design e dell’alto artigianato artistico italiano.
Il suo rapporto con la ceramica inizia appena laureato. Tra il 1921 e il 1922 Ponti giunge alla Richard-Ginori e comincia il rinnovamento del repertorio storico della manifattura proiettandola verso il nascente gusto déco. La mostra mette a fuoco il fondamentale contributo apportato dal nuovo direttore artistico nel corso di circa un decennio, proponendo anche confronti con designer e artisti attivi negli stessi anni presso altre manifatture italiane, evidenziando le ricadute che il modello pontiano ha avuto sul contesto contemporaneo.
Dai primi anni Trenta Ponti si avvale della collaborazione del giovane apprendista Giovanni Gariboldi che diventa suo assistente di fiducia e poi suo successore in casa Richard-Ginori. Terminati i rapporti con la manifattura nel 1933, Ponti torna saltuariamente a collaborare con l’azienda proponendo idee di grande estro creativo e inizia a stringere nel tempo rapporti con il mondo delle arti decorative e del design. In oltre cinquant’anni di attività collabora con Pietro Melandri e il contesto faentino (famose le cartepeste realizzate con i Dalmonte), con le Ceramiche Pozzi, Gabbianelli, Venini, Fontana Arte e Sabattini, per citare le principali aziende con cui promuove percorsi e progetti unici e straordinariamente attuali.
La cifra stilistica di Ponti è un segno senza tempo, contemporaneo, che ha stimolato dialoghi con artisti e designer della sua epoca, ma ha anche ispirato ceramisti del XXI secolo. La mostra si conclude infatti con una sezione dedicata all’eredità di Ponti e alle influenze che questa ebbe su autori quali Alessandro Mendini ed Ettore Sottsass, per giungere ai contemporanei POL Polloniato, Diego Cibelli, Bertozzi&Casoni, Andrea Salvatori. |
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Il Trionfo da tavola di Gio Ponti dal Museo Ginori a Villa Necchi, Milano (Milan) [Italy], Villa Necchi Campiglio, 6 december 2023 / 28 january 2024
Il centro tavola, ideato da Gio Ponti con la collaborazione di Tomaso Buzzi e modellato da Italo Griselli per la Richard Ginori, nella storica Manifattura di Doccia, tra il 1927 e il 1929, è una vera e propria creazione scultorea incentrata sulla figura allegorica dell’Italia adagiata su una conchiglia e contornata da animali araldici e altri piccoli elementi in porcellana in una composizione di ben 41 elementi originali che reinterpreta un oggetto neoclassico – i sontuosi centrotavola che imitavano la spina di un circo romano - in gusto Art Déco. Il grande Trionfo da tavola, commissionato all’azienda toscana dal Ministero degli Esteri e pensato per ornare le tavole delle sedi diplomatiche in occasioni di grande rappresentanza, è esposto per la prima volta in una casa museo, in uno spazio che richiama la sua funzione originaria di decoro scenografico da tavola, ovvero nella della Sala da pranzo di Villa Necchi Campiglio. Restituire l’originario contesto agli oggetti d’arte, ma anche d’uso, è parte, del resto, della politica culturale e delle pratiche di valorizzazione del FAI nei suoi Beni, che non sono musei, ma case, come Villa Necchi, e che come case sono mantenute, allestite e raccontate, nei capolavori d’arte, appunto, così come negli arredi e negli oggetti.
Proprio in questo contesto, peraltro, l’opera dialoga a perfezione con gli stucchi a basso rilievo sul soffitto a firma di Piero Portaluppi: motivi naturalistici, quali alberi, fiori, serpenti, aironi e motivi astrologici creano un contesto uniforme dove l’ambiente e il centrotavola trovano un accostamento ideale.
Il centrotavola è inoltre una rara testimonianza della collaborazione tra Gio Ponti e Tomaso Buzzi, la cui mano è presente a Villa Necchi e in particolare nella sala da pranzo per la quale realizza due grandi consoles e che decora con grandi arazzi di Bruxelles del XVI secolo.
L’iniziativa contribuisce a celebrare i cento anni dalla prima Biennale Internazionale delle Arti Decorative svoltasi a Monza - dove la manifattura Ginori esponeva le ceramiche d’autore disegnate da Gio Ponti che proprio in quell’anno, il 1923, ne assumeva la direzione artistica – aggiungendosi alle molte altre in Italia, e specialmente a Milano, a partire dalla mostra Oro bianco. Tre secoli di porcellane Ginori in corso al Museo Poldi Pezzoli, volte a promuovere la storia e la collezione del Museo Ginori, chiuso dal 2014 in seguito al fallimento della Richard Ginori e in attesa della riapertura al pubblico.
Il FAI, in collaborazione con il Museo Ginori, intende così valorizzare, raccontandone la storia e mostrandone un’opera di rilievo, come il centrotavola, uno dei più importanti musei del Paese, oggi proprietà dello Stato italiano: una collezione unica al mondo, che conta oggetti di uso comune e preziosissime porcellane, sculture monumentali e calchi in cera e gesso, e custodisce un fondo di oltre 400 opere disegnate da Gio Ponti. Nell’occasione sarà valorizzata anche la collezione di ceramiche di Villa Necchi Campiglio, alcune delle quali firmate da Gio Ponti e prodotte dalla Richard Ginori. |
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A tavola con Gio Ponti. Gli angeli apparecchiano, Maglie (Italy), Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia di Maglie, 1 august / 30 september 2022 |
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Domus Aurea. Martino Gamper, Francesco Vezzoli e le ceramiche di Gió Ponti, Prato (Italy), Centro Pecci, 5 april / 30 august 2020 |
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Gio Ponti. Amare l'Architettura, Roma, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, 27 november 2019 / 13 april 2020 27 september 2020
Architect, designer, art director, writer, poet and critic, Gio Ponti was an allround artist who traversed much of the 20th century, profoundly influencing the taste of his time, responding to its most significant demands and anticipating many of the themes of contemporary architecture.
40 years on from his passing, MAXXI, the National Museum of XXI Century Arts, is devoting a major retrospective to this exceptional figure. The exhibition examines and presents his multi-faceted career, starting with an account of his architecture, a unique and original synthesis of tradition and modernity, history and progress, elite culture and quotidian existence.
The exhibition title, GIO PONTI. Amare l’architettura (Loving architecture) echoes that of his best-known book, Amate l’architettura (In praise of architecture). Curated by Maristella Casciato (Senior curator of Architectural Collections at the Getty Research Institute in Los Angeles) and Fulvio Irace (architecture critic and historian) with Margherita Guccione (Director, MAXXI Architettura), Salvatore Licitra (Gio Ponti Archives, Director) and Francesca Zanella (CSAC, President), the show will be hosted in MAXXI’s stunning Gallery 5 from 27 November 2019 to 13 April 2020 and has been produced by MAXXI in collaboration with CSAC - Centro studi e archivio della communicazione of the University of Parma, which conserves Gio Ponti’s professional archive, and the Gio Ponti Archives.
For Giovanna Melandri, President of the Fondazione MAXXI, “Celebrating the greatness of Gio Ponti signifies immersing ourselves in a legacy that is peerless in terms of versatility, talent and application. Private buildings and public commissions, companies and places of study, objects of everyday use, office and naval furnishings, cathedrals and museums alternate within research that was never dogmatic or ideological, in which there was dialogue between classicism and modernity, the natural landscape and the urban horizon, the social vocation of space and the safeguarding of beauty.” As Margherita Guccione, Director of MAXXI Architettura says, “Neither classical nor modern, the work of Gio Ponti was unique in the history of Italian 20th century architecture, a century the architect spanned almost in its entirety, ranging from the design of objects of everyday use to the invention of spatial configurations for the modern home and the creation of complex projects embedded within the urban context, maintaining architecture, setting and saving grace of our lives, as the fixed core of his research.
The exhibition is the fruit of painstaking research that has aimed to update our understanding of the figure of Ponti the architect, highlighting a number of the guiding issues underlying his long career and his extraordinary ability to foreshadow the spaces and concepts of contemporary architectural practice. His aspiration towards verticality and lightness through the dematerialization of facades, his conception of a green city in which nature returns to playing a key role in the agenda of planning and architecture, as well as designing flexible domestic spaces, capable of adapting to the demands of their users, are without doubt themes that, over half a century ago, anticipated with unique clarity the concerns of the present-day. |
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Tutto Ponti, Gio Ponti Archi-Designer, Paris, MAD Musée des Arts Décoratifs, 19 october 2018 / 5 may 2019 |
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Domus 90. Gio Ponti, Milano, Galleria Carla Sozzani, 15 april / 6 may 2018 |
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Vivere alla Ponti. Esperimenti di vita domestica e architetture per l'abitare e il lavoro Venezia, Palazzo Corner Spinelli, 27 august / 28 september 2012 Roma, sede Edison di Roma, 2 december 2014 / 9 january 2015 Como (Italy), Ridotto del Teatro Sociale,13 december 2019 / 6 january 2020 |
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Lina & Gio: The Last Humanists, London, Architectural Association Gallery, 25 february / 24 march 2012 |
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Gio Ponti. Il fascino della ceramica Milano, Grattacielo Pirelli, 6 may / 31 july 2011 Roma, Casino dei Principi di Villa Torlonia, 22 october 2011 / 8 january 2012 |
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Espressioni di Gio Ponti, Milano, Triennale di Milano, 6 may / 4 september 2011 |
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Giò Ponti: un architetto italiano in America Latina, Roma, IILA (istituto Italo-Latino Americano), 4/8 october 2010 |
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Gio Ponti in Casa Palladio, Fratta Polesine (RV), La Badoera (Villa Badoer), 21 february/28 june 2009 |
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Gio Ponti Designer, Calenzano (FI), Fondazione Anna Querci per il Design, 15/20 may 2007 |
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Gio Ponti: a world London, London Design Museum, 3 may/6 october 2002
Milano, Triennale, 15 february/22 april 2003 |
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