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NOTE BIOGRAFICHE |
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Aimaro Oreglia d’Isola nasce a Torino il 14 Gennaio 1928. Durante la guerra si trasferisce da Torino nella casa di campagna di Bagnolo Piemonte (CN). A 16 anni partecipa alla Resistenza con la 105a Brigata Garibaldi. Frequenta la Facoltà di Architettura e si laurea con Carlo Mollino. È Socio Nazionale dell’Accademia delle Scienze di Torino, Accademico Nazionale dell’Accademia di San Luca a Roma, Socio Onorario della Società Ingegneri e Architetti di Torino, ed è Professore Emerito al Politecnico di Torino, dove è stato Professore Ordinario di Composizione Architettonica e Progettazione Urbana, attivo per più di cinquant’anni nell’insegnamento e nella ricerca.
Dal 1950 lavora con Roberto Gabetti nello studio Gabetti e Isola, formando uno dei sodalizi professionali più fertili nel panorama dell’architettura moderna e contemporanea le cui opere sono state pubblicate sulle principali riviste nazionali e internazionali dando luogo, a partire dalla nota Bottega d’Erasmo, a un articolato dibattito relativo al rapporto tra modernità e tradizione. Con la scomparsa di Gabetti (2000), apre lo studio Isolarchitetti. I molti progetti firmati dall’inizio dell’attività si contraddistinguono per l’attenzione dedicata ai temi del paesaggio e dell’ambiente alle diverse scale. L’esperienza e la sensibilità maturate negli anni passati si riversano nei nuovi interventi realizzati in contesti di alto valore storico e ambientale, proseguendo l’esplorazione di una vasta gamma di temi architettonici estendendo la progettazione anche ad aree vaste a elevato valore paesaggistico, come comparti urbani e complessi residenziali, marine portuali e comparti produttivi, parchi e infrastrutture, nel loro intreccio con sistemi ecologici complessi.
Tra le opere principali dei primi anni si menzionano: la Borsa Valori di Torino, esito di un concorso vinto subito dopo la laurea (1953); la Bottega d’Erasmo (1952-56); la Società Ippica Torinese (1958-59) e il monumento alla Resistenza di Prarostino (1965-67), quasi una torre in pietra, dalla cui sommità si possono vedere i luoghi delle battaglie partigiane. Nell’area di Bagnolo Piemonte realizza diverse opere come la Chiesa di Montoso (1963-67), il Municipio (1975-82), la Tuminera (1978-82), il Monastero Cistercense di Prà d’Mill (1988-2005), interpretando i caratteri e le tecnologie del luogo in una ricerca contemporanea. Alla fine degli anni Sessanta, realizza l’Unità Residenziale Ovest Olivetti ad Ivrea (1968-71), costruzione ad arco ipogea aperta verso una collina boscosa, che pone il tema del rapporto con la natura e con le preesistenze in modo innovativo, ripreso dal Concorso per il Centro Direzionale Fiat di Candiolo (1973), nella Consultazione Lingotto (1983), nel Palazzo di Giustizia ad Alba (1982-87), nel concorso di primo e secondo grado della Bicocca (1987-88), nel concorso per il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia (1988) o anche nel Complesso Residenziale all’Elba (1974-1994). Ancora incentrato sul rapporto tra natura e artificio è il progetto per il Quinto Palazzo per Uffici dell’ENI (1985-92), i cui moduli degradanti sono tutti ricoperti da arbusti ed alberi che ricongiungono la sommità dell’edificio al parco circostante. Tra le opere recenti si ricordano: il Nuovo Museo Egizio di Torino (2007-2015); il Design Center del Politecnico di Torino a Mirafiori (2006-2011); il Nuovo Polo Informatico dell’Università degli Studi di Milano (2013-2018); l’ITT Research & Development a Barge (2014-2018); i lavori per il restauro e la valorizzazione di Palazzo Te a Mantova, MANN-Museo Archeologico di Napoli (2019-2022), Palazzo San Sebastiano a Mantova, Museo delle Civiltà a Roma; la Nuova Accademia delle Belle Arti di Bari; la sistemazione di settori culturali e storici, comprendenti le opere di P.L. Nervi, lungo la fascia fluviale del Po (con Rafael Moneo); la trasformazione in tribunale dell’Ex-Manifattura Tabacchi di Venezia (con Rafael Moneo). |
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PREMI |
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Premio Italiano di Architettura
Premio alla Carriera
MAXXI [Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo] | TRIENNALE DI MILANO
“la carriera di Aimaro Oreglia d’Isola ha nutrito il dibattito architettonico intorno ai temi del rapporto tra modernità e tradizione, naturale e artificiale, territorio e paesaggio, per tutta la seconda metà del Novecento, traghettandoli fino ad oggi, dove ci appaiono più che mai attuali. L’originalità dello studio si impone fin dai primi anni di attività, per arrivare ben presto a scatenare un intenso dibattito a livello internazionale sul senso dell’architettura moderna rispetto alla storia e alle culture locali. Unitamente all’intensa attività accademica e al valore del disegno che costituisce a sua volta un ulteriore percorso di ricerca parallelo, il pensiero e la pratica di Aimaro Oreglia d’Isola hanno dato e continuano a dare un contributo decisivo all’architettura, intesa come palinsesto culturale e come paesaggio.” |
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OPERE |
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Italia
» Firenze |
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» Torino |
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San Marino
» San Marino |
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Italia
» Gignese |
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Italia
» San Donato Milanese |
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Italia
» Rio nell'Elba |
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Italia
» Quart |
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CREDITS |
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Text and images courtesy of Triennale Milano |
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