5 settembre 2008Si terrà a
Venezia da domenica 14 settembre a domenica 23 novembre 2008, all’Arsenale e ai Giardini, l’
11. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo
Out There: Architecture Beyond Building, diretta da
Aaron Betsky e organizzata dalla
Biennale di Venezia presieduta da
Paolo Baratta.
Secondo
Aaron Betsky – già direttore per sei anni del
Netherlands Architecture Institute (NAI) di
Rotterdam, uno dei più importanti musei e centri di architettura del mondo, e dallo scorso anno direttore del
Cincinnati Art Museum – l’11. Mostra, intitolata
Out There: Architecture Beyond Building “vuole orientarsi verso un’architettura liberata dagli edifici, per affrontare i temi centrali della nostra società; invece di tombe dell’architettura, vale a dire gli edifici, presenterà installazioni site specific, visioni ed esperimenti che ci aiuteranno a comprendere e a dare un senso al nostro mondo moderno, e a sentirsi a casa in esso”.
Le
Corderie dell’Arsenale si apriranno con
Hall of Fragments, di
David Rockwell con
Casey Jones + Reed Kroloff. Sarà proiettata su schermi un’architettura prima del costruire, attraverso una selezione di film di fantascienza, che in passato hanno mostrato come il nostro mondo sarebbe apparso, nonché film storici che hanno ricreato mondi antichi. Le
Corderie presenteranno quindi Installations, installazioni di grandi dimensioni e site specific, che si domanderanno come è possibile sentirsi “a casa” nel mondo. Queste installazioni saranno accompagnate da
Manifestos, manifesti d’intento per un’architettura oltre il costruire, che saranno sia su video, sia stampati. I partecipanti sono:
Diller Scofidio+Renfro,
UN Studio,
Massimiliano Fuksas,
Nigel Coates,
Droog Design,
Philippe Rahm,
M-A-D,
Coop Himmelb(l)au,
Vicente Guallart,
Zaha Hadid,
An Te Liu,
Greg Lynn,
MVRDV,
Penezić e Rogina,
Asymptote,
Atelier Bow Wow,
Barkow Leibinger Architects,
Frank O. Gehry,
Matthew Ritchie in collaborazione con
Aranda/Lasch e
Daniel Bosia/ARUP AGU,
Kramervanderveer,
Thonik. A continuare questo tema, ricordando l’
Arsenale, una capanna odierna dal
Kazakistan di
Totan Kuzembaev e un “giardino paradisiaco” di
Kathryn Gustafson.
Se all’
Arsenale saranno in mostra frammenti e invenzioni che riguardano il prima e il dopo dell’architettura, al
Padiglione Italia ai
Giardini verrà esposto il lavoro di architetture sperimentali che di per se stesse si muovono oltre il costruire. Una ricognizione dell’architettura sperimentale,
Experimental Architecture, realizzata con la collaborazione di
Emiliano Gandolfi, metterà in mostra il lavoro di nomi da tutto il mondo coinvolti in questo tipo di opere. Questa ricognizione sarà tenuta insieme da esposizioni monografiche di quegli studi che hanno basato il loro lavoro sulla sperimentazione:
Frank Gehry,
Herzog & de Meuron,
Morphosis,
Madelon Vriesendorp,
Zaha Hadid e
Coop Himmelb(l)au.