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Labirinto della Masone
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PROGETTISTA |
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CONTESTO |
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Localizzazione |
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Si trova a Fontanellato, Parma, borgo ricco di storia. Il Labirinto di bambù è da considerare come un lascito a quel lembo di Pianura Padana comprendente Parma, il suo contado e le città vicine, al quale Ricci è legato dalla nascita e la cui importanza per l’arte e il paesaggio italiano è spesso sottovalutata.
Parma è sempre stata un luogo di delizie, culla di grandi e preziose collezioni d’arte. Fontanellato, con il suo splendido centro storico, la Rocca Sanvitale, gli affreschi di Parmigianino, racchiude in sé uno straordinario patrimonio artistico, e si è affermata anche per la buona cucina. Ad affascinare Ricci oltre alla vicinanza ad un posto così ricco di bellezza, è anche l’affetto per la natura campestre di Fontanellato, nello specifico la tenuta Masone, che appartiene alla sua famiglia da generazioni. |
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Vista dall'alto |
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DESCRIZIONE |
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Il Labirinto più grande del mondo nasce a Fontanellato da un’idea di Franco Maria Ricci – editore, designer, collezionista d’arte, bibliofilo – e da una promessa da lui fatta nel 1977 allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, affascinato da sempre dal simbolo del labirinto anche visto come metafora della condizione umana.
Ci sono labirinti con Minotauri. E giardini colmi di delizie. Eden in cui è bello vagare, labirinti mentali dove perdersi e poi ritrovarsi.
Quello di Ricci, esteta di gusto eccelso e da sempre amante del bello, è un dedalo elegante e seducente. Un luogo di cultura, disteso su otto ettari di terreno, da lui progettato con gli architetti Pier Carlo Bontempi, che ha eseguito i sorprendenti edifici, e Davide Dutto che ha progettato la geometria del parco. |
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Un luogo unico sotto ogni aspetto |
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Il Labirinto è un luogo multiforme e originale, a partire dall’architettura dell’intero progetto. Tre sono le forme del labirinto classico: quella cretese a sette spire; quella del labirinto romano, con angoli retti e suddivisa in quartieri (quattro labirinti intercomunicanti); quella del labirinto cristiano a undici spire, del tipo Chartres. Ricci ha scelto di ispirarsi alla seconda, tuttavia rielaborandola e introducendo qua e là delle piccole trappole: bivî e vicoli ciechi, che nei labirinti romani, rigorosamente univiari, non c’erano. Il perimetro è a forma di stella, forma che compare per la prima volta nel Trattato di architettura del Filarete, e in seguito fu adottata da Vespasiano Gonzaga a Sabbioneta e dalla Repubblica Veneta a Palmanova in Friuli. Il progetto del Labirinto ha subito una lunga elaborazione insieme all’architetto Davide Dutto, che per Franco Maria Ricci aveva curato un volume con le ricostruzioni virtuali del Giardino di Polifilo. All’interno del Labirinto risiede anche una cappella a forma di piramide, a commemorazione dell’antico legame tra i labirinti e la Fede. Sul pavimento di questo edifico è raffigurato un labirinto come un continuo richiamo tra esterno ed interno e in questo luogo sarà anche possibile celebrare cerimonie.
Il Labirinto della Masone si presenta come un originalissimo luogo di cultura:
- Offre un’attenzione particolare alla botanica;
- È un patrimonio culturale unico, grazie alla biblioteca e al museo;
- È un Atelier aperto, visto che ospita la sede della casa editrice Franco Maria Ricci
- Non dimentica neanche gli eccelsi primati gastronomici locali e nazionali, valorizzati dagli spazi di ristoro, di altissima qualità.
Oltre ad un’esperienza unica offerta dall’addentrarsi tra i mille passaggi del Labirinto, Ricci ha pensato di realizzare strutture collaterali che ne sanciscano la natura di un posto ideale per il tempo libero:
- Il ristorante sarà dedicato a chi desidera pranzare in maniera elegante, nel rispetto della tradizione. L’amore di Ricci per il classico non si smentirà neanche a tavola. La base del menù, infatti, sarà la cucina tradizionale parmense e italiana, ideata e realizzata dai rinomati Fratelli Spigaroli, chef “stellati”;
- Il bistrò-caffetteria è stato pensato per chi desidera un momento di riposo durante la visita. Seduti sotto i porticati si potrà pranzare in modo veloce ma eccellente.
- Le suites si trovano nel cuore del Labirinto: due appartamenti lussuosi, rifiniti con decorazioni di opere d’arte e arredi raffinati. Costituite da una camera da letto e due ampie sale da bagno, nascono per essere destinate soprattutto ad ospiti d’onore venuti da lontano e amanti del comfort totale.
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Il bambù
Il bambù è una pianta sempreverde, elegante, flessuosa, dotata di grande vigore, come dimostra la rapidità della crescita. Le varietà possono essere alte pochi centimetri o raggiungere dimensioni notevoli. La vera forza del bambù è l’elevata fotosintesi che riduce l’anidride carbonica atmosferica, restituendo ingenti quantità d’ossigeno.
“C’era, sul retro della mia casa milanese, una sorta di hortus conclusus, un giardinetto circondato da alte mura. All’inizio non sapevo che farne; poi, un giorno, un giardiniere giapponese, competente e gentile, mi suggerì di piantarci un boschetto di bambù. Seguii il suo consiglio.
In Italia il bambù è una pianta poco conosciuta e poco usata: al massimo si sa qualcosa di una sola specie, la Phyllostachys aurea, spesso confusa con le canne. È un peccato perché si tratta di una pianta straordinaria, che non ha malattie, non si spoglia d’inverno, purifica l’aria dall’anidride carbonica come da Protocollo di Kyoto e non provoca disastri in caso di tifoni o trombe d’aria (nessuno è mai morto perché gli era caduto addosso un tronco di bambù); per di più, la sua eleganza non è meno classica e impeccabile di quella dei caratteri di Bodoni.
Per acquistare i pochi bambù necessari andai in Francia, dove scoprii un luogo meraviglioso: la Bambouseraie d’Anduze. Si tratta di un vivaio, che è anche un parco molto visitato; fu fondato a metà dell’Ottocento e ospita circa 200 specie diverse di bambù, alcune capaci di raggiungere i quindici metri, altre non più di mezzo metro. È la più grande piantagione esistente in Europa. Forse nemmeno in Oriente esiste qualcosa del genere.
Nel mio giardinetto milanese i bambù crebbero subito rigogliosi, sino a superare l’altezza delle mura da cui erano circondati, con qualche malumore dei vicini. Mi stavo innamorando di quella pianta. Tornai alla Bambouseraie e questa volta i miei acquisti furono ingenti: avevo deciso di piantare un giardino di bambù sulle terre che circondavano la mia casa di campagna, a Fontanellato. Anche questa volta si trattò di un esperimento felice. Sorvegliando la crescita delle mie piante, potevo constatare quotidianamente come, nei pressi del Po, – fiume il cui nome sembrava un omaggio al più famoso tra i poeti della letteratura classica cinese, Li Po –, il bambù, venuto dalla Cina, si trovasse come a casa sua e si sentisse a suo agio.
Sino a quel momento il bambù non aveva alcun rapporto col labirinto; poi un giorno ebie una folgorazione: quella pianta mi offriva la materia prima ideale per costruirlo. Nella vita le cose si aggregano a poco a poco. Dopo Borges e Dutto, era stata la volta del giardiniere giapponese, che, col suo consiglio, aveva aggiunto, senza volere, un elemento ulteriore al mio progetto.” |
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MATERIALI |
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bambù Franco Maria Ricci ha scoperto la sua passione per il bambù negli anni Ottanta. Ha piantato in questi anni più di 20.000 bambù e nel parco se ne possono trovare circa venti specie differenti, da quelle nane a quelle giganti. Si tratta di una pianta straordinaria che non si ammala, non si spoglia d’inverno, assorbe grandi quantità d’anidride carbonica. Il Labirinto è la dimostrazione vivente delle immense potenzialità di questa pianta. Persino il pavimento a parquet degli edifici è stato realizzato con lo stesso materiale, per una maggiore coerenza dell’intero progetto.
Alcuni dei bambù piantati da Ricci
Giganti
- Phyllostachys viridiglaucescens: Canna spoglia, che raggiunge i 10 cm di diametro, chioma folta. Ha un’altezza di 6-8 m.
- Phyllostachys Pubescens (Phyllostachys edulis): È il classico bambù gigante fra cui volano i soldati e gli eroi nei film epici cinesi (La foresta dei pugnali volanti, La tigre e il dragone ecc.). Ha una crescita più lenta e fa più fatica degli altri ma si trasformerà prima o poi in una vera foresta di grandi canne d’organo.
- Phyllostachys viridis “Sulfurea”: Bambù gigante dalla canna di un delicato giallo con pennellate verticali di verdi diversi. È una meraviglia, sembra uscito da un dipinto giapponese.
Medi e nani
- Phyllostachys bissetii: Ha canna sottile, cresce fittissimo, ha portamento eretto ma flessuoso e arriva a circa 5 m di altezza. Si riproduce come un pazzo. È il bambù usato per il labirinto.
- Hibanoubambusa tranquillans “Shiroshima”: Portamento a cespuglio con grandi foglie verde brillante striate di giallo.
- Pleioblastus viridistriatus: dimensioni medie, portamento a cespuglio, ha foglie grandi, verde chiaro leggermente striate di verde dorato, che sembrano di velluto
- Pleioblastus pumilus: bambù basso e fitto, sostituisce il prato nelle zone ombrose. Si rade con il tagliaerba una o due volte l’anno.
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labirinto@francomariaricci.com |
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CRONOLOGIA |
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Progetto |
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2005 - 2005
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI |
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Franco M. Ricci, Vittorio Sgarbi, Corrado Mingardi, Giovanni Mariotti, Antonio Fernàndez Ferrer, Labirinto della Masone. Arte e Delizie nel parco di Franco Maria Ricci a Fontanellato, Ricci Editore, Fontanellato (Parma) 2014 |
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MOSTRE |
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Umberto Eco, Franco Maria Ricci. Labirinti. Storia di un segno, Casalbarbato, Parma (Italy), Labirinto della Masone, 22 may 2021 / 20 march 2022 |
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Davide Cattani Marco Pedrini |
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Franco Maria Ricci Pier Carlo Bontempi |
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Photos © Mauro Davoli, Marco Campanini, Massimo Listri Text edited by Fondazione Franco Maria Ricci Courtesy of Labirinto della Masone
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