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  COME VEDERE L'ARCHITETTURA CONTEMPORANEA HOW TO SEE CONTEMPORARY ARCHITECTURE
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ARCHITECT | LOCATION | TYPOLOGY | EXHIBITIONS | ADVANCED SEARCH
Carlo Scarpa
Carlo Scarpa
[Carlo Alberto Scarpa]
* Venice [Venezia], Italy, 2 June 1906
+ Sendai, Japan [Nihon/Nippon], 28 November 1978
nationality: italian
Centro Carlo Scarpa
Archivio di Stato di Treviso
via Pietro di Dante 11
31100 Treviso - Italy
Tel: +39.0422.540.902
www.carloscarpa.it
info@carloscarpa.it
BUILDINGS
 
1966 - 1985
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
1973 - 1981
Banca Popolare di Verona
Italy [Italia] » Verona
1976 - 1979
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
1969 - 1978
Italy [Italia] » Asolo
1972
Italy [Italia] » Florence [Firenze]
1964 - 1968
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
1957 - 1967
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1956 - 1966
Italy [Italia] » Firenzuola
1964
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1961 - 1963
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
1956 - 1961
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1955 - 1961
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1960
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1953 - 1960
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1958 - 1960
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1960
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1957 - 1959
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
1957 - 1958
Negozio Olivetti
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
1954 - 1956
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
1955 - 1956
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
1935 - 1956
Restauro e sistemazione di Ca' Foscari - Aula Magna Mario Baratto
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
1952
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1950 - 1952
Patio del Padiglione Italia alla Biennale
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
1945
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1943 - 1944
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1942
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1940 - 1941
Italy [Italia] » Venice [Venezia]
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BIBLIOGRAPHY
 
WRITINGS
BY THE ARCHITECT
Carlo Scarpa, Memoriæ causa, Verona 1997
WRITINGS
ABOUT THE ARCHITECT
J.K. Mauro Pierconti, Carlo Scarpa, Sekiya Masaaki, Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese, Traces of architecture in the world of a Japanese photographerJ.K. Mauro Pierconti, Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese / Traces of architecture in the world of a Japanese photographer, Fondazione Benetton Studi Ricerche-Antiga Edizioni, Treviso 2023

Carlo Scarpa (1906-1978) e Sekiya Masaaki (1942-2002): l’opera dell’architetto italiano emerge e si mescola al variegato mondo del fotografo giapponese, fatto naturalmente di architettura ma anche di altre attività, come la promozione di talenti fotografici. È il caso di Hattori Aiko, autrice di un vasto reportage nella Tōkyō degli anni ottanta, presentato nel libro in un’accurata selezione e con un testo introduttivo.

Il libro presenta inoltre sezioni fotografiche dedicate ai lavori condotti da Sekiya ad Angkor, in Cambogia, alla scoperta dell’antica città khmer, ridotta ormai a rovina e pressoché riconquistata dalla natura; a Vienna, tra gli edifici di Otto Wagner e, soprattutto, in Italia per l’ultimo grande lavoro nel quale si era cimentato prima della morte, e rimasto incompiuto: la ripresa fotografica dell’opera di Carlo Scarpa, che qui viene presentata per la prima volta in un’ampia selezione. A partire dalle fotografie di Sekiya, una serie di scritti ripercorrono lo spazio e i temi dell’architettura scarpiana, soprattutto della Tomba Brion, opera centrale sulla quale lo stesso Sekiya focalizzò la sua attenzione.

Il lavoro d’archivio ha riportato alla luce non solo le fotografie scattate nel corso degli anni, ma anche il materiale di preparazione, le prove e le correzioni fatte, stampe e disegni che hanno permesso d’individuare nuovi e più profondi legami tra Sekiya e la famiglia Scarpa. Sekiya infatti fu coinvolto in uno dei progetti, purtroppo non realizzato, che Afra e Tobia Scarpa redassero per una casa, quella dell’industriale Hisaeda Shōichi tra la fine degli anni ottanta e l’inizio del decennio successivo.

Dall’archivio del committente e da quello di Sekiya sono emersi i materiali originali di quel progetto, che s’inserisce nel solco delle precedenti realizzazioni dei due architetti, da quella di Trevignano a casa Molteni, con la gustosa attrazione da parte di Tobia Scarpa di realizzare una camera da tè insieme ad artigiani giapponesi.

Intrecci ripetuti, quindi, legano la vita e l’opera di Carlo e Tobia Scarpa a quelle di Sekiya, il fotografo del lontano Oriente.

Il libro, una coedizione Fondazione Benetton Studi Ricerche-Antiga, accompagna e amplia i contenuti della mostra che con il medesimo titolo è aperta dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche nella sua sede di Ca’ Scarpa, a Treviso, dal 15 aprile al 16 luglio 2023.
Santo Giunta, L’istinto della bellezza, Carlo Scarpa a Palermo, MarsilioSanto Giunta, L’istinto della bellezza. Carlo Scarpa a Palermo, Marsilio, Venezia 2022

Carlo Scarpa, ritornando a Palermo agli inizi degli anni settanta, è riuscito a catturare, nella fisicità dello spazio costruito di Palazzo Chiaromonte, detto Steri (da Hosterium, palazzo fortificato), le relazioni essenziali tra questa architettura, opera trecentesca, e la città contemporanea. La chiave usata dall’autore per decifrare quest’opera è il cammino, l’immergersi passo dopo passo nell’architettura, in un percorso-discorso peripatetico. Scarpa, per lo Steri, ha innescato un processo di rivitalizzazione basato sulla qualità degli spazi interni, concorrendo a disvelare nuove strutture narrative capaci di guardare ai tratti del nostro tempo.
Lorenzo Pennati, Patrizia Piccinini, Carlo Scarpa, Oltre la materia, Mondadori ElectaLorenzo Pennati (photo), Patrizia Piccinini, Carlo Scarpa. Oltre la materia, Mondadori Electa, "Rizzoli Illustrati", Milano 2020
Sandro Bagnoli, Alba Di Lieto, (ed.), Carlo Scarpa. Sandro Bagnoli. Il design per Dino Gavina / Design for Dino Gavina, Silvana Editoriale, Milano 2014
Giuseppe Tommasi. Alba Di Lieto (ed.), I disegni di Carlo Scarpa per casa Ottolenghi, Silvana editoriale, 2012
Alessandro Scandurra, Juan Navarro Baldeweg, Umberto Riva, Carlo Scarpa e l'origine delle cose, Marsilio editori, Venezia 2012
Sergio Los, Scarpa, Taschen, Köln 2009
Guido Beltramini (ed.), Carlo Scarpa e la scultura del ‘900, Marsilio Editore, Venezia 2008
Schultz Anne-Catrin, Carlo Scarpa. Layers, Edition Axel Menges, 2007
"Un giardino e un allestimento. Carlo Scarpa. Due opere veneziane", Casabella 752, febbraio/february 2007, pp. 4-13
Guido Beltramini, Italo Zannier (ed.), Gianantonio Battistella, Vaclav Sedy (photo), Carlo Scarpa. Architecture and Design, Rizzoli, 2007
Mauro Pierconti, Carlo Scarpa e il Giappone, Mondadori Electa, "Architetti e architetture", Milano 2007
Wolf Tegehoff, Vitale Zanchettin, (ed.), Carlo Scarpa. Struttura e forme, Marsilio Editore, Venezia 2007
"Carlo Scarpa. 1906 2006", Casabella 742, marzo/march 2006, pp. 3-19

Maurizio Bettini, "Il gioco dell'anniversario", Casabella 742, marzo/march 2006, p. 3 (3-19)

Francesco Dal Co, "Appunti per una biografia critica/Notes for a critical biography", Casabella 742, marzo/march 2006, pp. 6-11 (3-19), 105-106
Renata Giovanardi, Carlo Scarpa e l'acqua, Cicero editoreRenata Giovanardi, Carlo Scarpa e l'acqua, Cicero editore, Venezia 2006
Guido Beltramini, Italo Zannier, (ed.), Carlo Scarpa. Atlante delle architetture, Marsilio Editore, Venezia 2006
Edoardo Piccoli, "Scarpa a 360°", Il giornale dell'architettura 29, maggio 2005, "Formazione" p. 12
"In sette per Scarpa", Il giornale dell'architettura 29, maggio 2005, "Formazione" p. 12
Francesca B. Filippi, "Odio e amore tra fotografi e architetto", Il giornale dell'architettura 23, novembre 2004, p. 31
Italo Zannier, Guido Beltramini (ed.), Carlo Scarpa nella fotografia. Racconti di architetture 1950­-2004, Marsilio, 2004
Maura Manzelle (ed.), Carlo Scarpa. L’opera e la sua conservazione. Giornate di studio alla Fondazione Querini Stampalia. I-1998/III-2000, Skira, Milano 2002
Sergio Los, Carlo Scarpa. Guida all’architettura, Arsenale Editrice, San Giovanni Lupatoto 2001
Guido Beltramini, Kurt W. Forster, Paola Marini, (ed.), Carlo Scarpa. Mostre e Musei 1944-1976. Case e Pasaggi 1972-1978, Electa, Milano 2000
Marino Borivier, Carlo Scarpa. I Vetri di un Architetto, Skira, 1999
Yutaka Saito, Carlo Scarpa, Idea Books Amsterdam, 1997
Marino Barovier, Carlo Scarpa. I vetri di un architetto, Skira, Milano 1997
tr. en.: Glass of an Architect, Skira, Milano 1997
Sergio Los, Carlo Scarpa, Benedict Taschen, Köln 1993
Bianca Albertini, Sandro Bagnoli, Scarpa. L'architettura nel dettaglio, Jaka Book, Milano 1988
Anselmo Esposito, Luciano Pollifrone, "Scarpa e Venezia", Itinerario 19, Domus 678, dicembre/december 1986
Francesco Dal Co, Giuseppe Mazzariol, (ed.), Carlo Scarpa. Opera completa, Electa, Milano 1984
review: Renzo Dubbini, "Sull'opera di Carlo Scarpa. Il dubbio metodico", Casabella 508, dicembre/december 1984, "Argomenti" pp. 31-32
Ada Francesca Marcianò (ed.), Carlo Scarpa, Zanichelli, Serie di architettura, Bologna 1984
Sergio Los, Carlo Scarpa. Architetto poeta, CLUVA, Venezia 1967
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THE ARCHITECT IN CINEMA
 
Title
  Memoriae Causa
Directed by
Riccardo De Cal
Nationality
Italy
Year of production
2007
Cast
Architect's role
Protagonist
 
Title
  The Architecture of Carlo Scarpa
Directed by
Murray Grigor
Nationality
United Kingdom
Year of production
1996
Cast
Richard Murphy
Architect's role
Protagonist
 
Top
EXHIBITIONS
 
 
Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki . Lo spazio dei giardini tra progetto e fotografia, Tōkyō (Japan), Istituto Italiano di Cultura, 21 june / 5 september 2024

La mostra dedicata a Carlo Scarpa (1906-1978) e Sekiya Masaaki (1942-2002), organizzata nel 2023 dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche a Ca’ Scarpa a Treviso, si sposta in Giappone, a Tōkyō, nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura, da venerdì 21 giugno a giovedì 5 settembre 2024.

Realizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Tōkyō, con il supporto scientifico della Fondazione Benetton, e curata da J.K. Mauro Pierconti, l’esposizione, intitolata Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki. Lo spazio dei giardini tra progetto e fotografia, si presenta con un progetto rinnovato che ritaglia, all’interno della variegata opera architettonica di Carlo Scarpa, il tema dello spazio dei giardini, prendendo in considerazione due opere da lui realizzate e ritratte dal fotografo Sekiya Masaaki: il giardino della Fondazione Querini Stampalia a Venezia (1959-1963) e il complesso della Tomba Brion a S. Vito di Altivole (Treviso1969-1978).

La mostra prende in esame la progettazione degli spazi all’aperto attraverso i casi del giardino della Fondazione Querini Stampalia e della Tomba Brion, entrambi ritratti da Sekiya Masaaki. Una selezione di disegni in stampa ingrandita per il complesso di Brion indagherà ulteriormente il tema della natura; inoltre, verranno esposti per la prima volta scatti dello stesso Scarpa realizzati durante il viaggio del 1969 in alcuni famosi giardini di Kyōto, come quello della Villa Imperiale di Katsura, con le sue case da tè sparse intorno all’edificio e al lago artificiale e collegate da sentieri diversamente disposti; oppure il misterioso Ryōan-ji, giardino zen con quindici pietre collocate all’interno di un rettangolo di sabbia, oppure ancora il giardino dei muschi o Saihō-ji.

Carlo Scarpa stesso è stato capace, nel corso della sua carriera, di realizzare giardini formalmente molto diversi tra di loro, riuscendo allo stesso tempo ad armonizzare gli elementi naturali: l’acqua, la terra, la pietra, la luce, le piante. È nel disegno che risiede la chiave di lettura del giardino scarpiano, come del resto testimoniano gli innumerevoli studi, fatti di schizzi, prove e tentativi per determinare quella forma capace di trattenere e di esprimere lo spirito delle cose. Non è quindi un caso che nella mostra giapponese verranno esposti, in copia ingrandita, trenta disegni per la Tomba Brion: una selezione che indaga la presenza della natura e dei suoi elementi sotto diversi punti di vista; in particolare, il variare della luce nelle ore del giorno e la presenza della natura all’interno della stessa soluzione architettonica, quindi come parte costitutiva dell’opera realizzata.

La mostra giapponese si avvarrà, sia della Sala per le Esposizioni, dotata di grandi elementi parallelepipedi che fungeranno da superficie di appoggio per le fotografie e i testi, sia dell’ampio volume dello scalone che conduce all’auditorium sottostante. In questo secondo spazio, analogamente a quanto avvenuto nella mostra di Treviso, alcune grandi stampe (4x2 metri), mostreranno le fotografie di Sekiya per Brion, mentre un lungo ballatoio fungerà da galleria dei disegni.
_____________

Sekiya Masaaki è stato un fotografo professionista giapponese che ha operato in vari paesi seguendo le orme di numerosi architetti del Novecento, tra cui Carlo Scarpa, al quale avrebbe voluto dedicare una monografia comprensiva di tutte le opere realizzate. Purtroppo, morì prima di poterla portare a termine. Il suo archivio, tuttavia, conserva migliaia di fotografie, alcune delle quali sono state esposte nella mostra di Ca’ Scarpa dello scorso anno. Con questa nuova esposizione, dunque, il Giappone riscoprirà anche l’opera di un suo fotografo più conosciuto all’estero che nel suo stesso paese.
Vetro vero, Carlo Scarpa, Oderzo, Italy, Palazzo FoscoloVetro vero. Carlo Scarpa, Oderzo (Italy), Palazzo Foscolo, 23 december 2023 / 17 march 2024
Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese / Traces of architecture in the world of a Japanese photographer, Treviso (Italy), Ca' Scarpa, 15 april / 16 july 2023

Carlo Scarpa, Sekiya Masaaki, Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese, Traces of architecture in the world of a Japanese photographer, Treviso Carlo Scarpa's work captured and interpreted by Sekiya Masaaki, but also architecture itself as included in the Japanese photographer's world of images.

It is around these two positions that the Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki exhibition revolves. Traces of architecture in the world of a Japanese photographer, the photographic exhibition, organised by the Fondazione Benetton Studi Ricerche and curated by J.K. Mauro Pierconti, an architectural historian, which will be inaugurated on Friday 14 April at 6 p.m. and will remain open until Sunday 16 July at Ca' Scarpa in Treviso, one of the exhibition venues of the Fondazione Benetton and for which J. K. Mauro Pierconti is curator.

Carlo Scarpa, Sekiya Masaaki, Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese, Traces of architecture in the world of a Japanese photographer, TrevisoTherefore, Carlo Scarpa (1906-1978) and Sekiya Masaaki (1942-2002). But not only that. Sekiya's professional career has gone through various phases, all centred around photography: from being an architectural photographer to an architectural design consultant, to becoming a promoter of talented photographers who were unknown and therefore needed support and publicity. And the exhibition will also account for these aspects of his work.

The exhibition brings together 85 photographs, 54 in colour and 31 in black and white, and is divided into four sections, distributed over the various floors of Ca' Scarpa, a space recently restored by architect Tobia Scarpa from a monastic church that once stood in the heart of the city of Treviso. Here a large metal structure, already present inside the building, was recovered and reused to divide the internal volume into four equal and independent floors, served by a new suspended staircase.

The first section, on the ground floor, collects large images representing Sekiya Masaaki's activity as a promoter of talented photographers. An example of this is Hattori Aiko, a street photographer, who did a series of reportages on life in Tōkyō in the 1980s. Two themes are addressed by the photographer: the world of youth, portrayed in its expressions and exuberance, and that of work, serious and rigorous. Two realities often considered polar opposites, but equally bearers of energy, vitality and solidarity. And the theatre of many of their adventures is, indeed, the street. These are unpublished images, found in Sekiya's archive, with the immediacy and vividness of this type of photograph: the large panels on display have an immediate impact, capturing the eye and at the same time marking the path of the exhibition, which meanders between the exhibition structures, leading to the discovery, on the back of those large prints, of the photographs in their original format: a double stamp, therefore; and a double path. The viewer is thus led to immerse themself in those images, where each one tells a story, represents lives, without the need for words or text.

The large staircase acts as a dividing and separating element between different and successive sections.

Carlo Scarpa, Sekiya Masaaki, Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese, Traces of architecture in the world of a Japanese photographer, TrevisoOn the first floor are the second and third sections of the exhibition, devoted to Sekiya's work as an architectural photographer.
The second section displays a selection of shots from his first photographic work, the one on the ruins of Angkor Wat in Cambodia, taken when he was still a university student. The photographs are almost all black and white. The work is aimed at excavating those ruins consumed by time and devoured by the forest: remnants of a lost world that, through our gaze, powerfully return to life.

The third section is dedicated to the most comprehensive and important work of Sekiya's entire career in this field: the monographic work on Otto Wagner in Vienna, published in 1998. The quality of the work, the technical clarity (exposure, contrast, focus), the willingness and intellectual finesse expressed through the framing of the shots emerge in the succession of shots, from the choice of details, even taken using cranes in times when drones did not exist. In this way, Sekiya provides us with completely surprising views of Wagner's large buildings, such as the residences on the Linke Weinzeile or an aerial view of St. Leopold's church 'am Steinhof'.

The last two floors, where the fourth section of the exhibition unfolds, are instead dedicated to the work of Carlo Scarpa, the work that engaged Sekiya until his death in 2002, thus unfinished and fragmentary. In fact, Sekiya fails to capture the entire oeuvre of the Venetian architect. Yet, in his archive there are several thousand photographic plates, well over a thousand for the Brion Tomb alone, taken in successive campaigns.
The thousands of photographs thus reveal once again his way of working, made up of shooting campaigns, followed by a long process of correction and selection, and then by new shoots and new corrections: a process of continuous refinement and progressive selection that, while on the one hand seeks to capture and retain the changing weather and seasons, on the other strives to precisely define the parameters of exposure and the cut of the shot. These photographs offer the opportunity to reflect on Carlo Scarpa's work once again and, at the same time, the exhibition aims to show visitors a selection - the broadest possible - of Sekiya's shots, some of which are also screened on the top floor of Ca' Scarpa.
The incompleteness, in fact, in no way detracts from the interest and stimulus that these photographs provoke to look at the richness of the architectural work with renewed eyes, as confirmed by the book created for the exhibition: Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese / Traces of architecture in the world of a Japanese photographer (Fondazione Benetton Studi Ricerche-Antiga Edizioni).

Regarding the latter work, Luigi Latini, director of the Fondazione Benetton Studi Ricerche, states: "The editorial work of the Fondazione Benetton sees for the first time, with this book, the appearance of a work that focuses on the figure of Carlo Scarpa, investigated through the eyes of Japanese photographer Sekiya Masaaki. The name of Carlo Scarpa has always accompanied the life and image of the Foundation, exercising a role of stimulus, inspiration and also warning for anyone wishing to venture into both the world of the garden and landscape, taking on the gaze of one who knew how to interpret its forms and meanings. And it is precisely around this word, - landscape -, that the Foundation's research and fieldwork has revolved for over thirty years. The book is in many ways a useful tool, undoubtedly a critical and operative contribution to the field of studies on Carlo Scarpa, but also a step beyond the Foundation's previous editorial work which, on this front, over a period of thirty years, has produced a substantial series of volumes linked to the various editions of the International Carlo Scarpa Garden Prize, the prize for a place in the world, promoted and organised by the Foundation".

With this exhibition, says J. K. Mauro Pierconti, "after the cultural programmes that have contributed to fostering the Foundation's activities since last year, a further thread is starting to consolidate the presence of Ca' Scarpa within the city of Treviso, with other exhibitions, books, public lectures, and with a new space that is being set up and that, under the name of Ca' Scarpa Archivi Ricerche, is destined to house Carlo Scarpa's personal library with a donation from his son Tobia".
Scarpa/Olivetti, Brani di una storia condivisa, Carlo Scarpa, Olivetti, MAXXI, Venezia, San MarcoScarpa/Olivetti. Brani di una storia condivisa, Roma, MAXXI. Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Centro Archivi MAXXI Architettura, 3 december 2021 / 29 may 2022

La mostra Scarpa/Olivetti. Brani di una storia condivisa racconta lo straordinario ventennio di collaborazione tra Carlo Scarpa e Adriano Olivetti e, più in generale, con l’azienda di Ivrea (a cura di Elena Tinacci, Centro archivi del MAXXI Architettura, dal 3 dicembre 2021 al 29 maggio 2022).

Scarpa/Olivett, Brani di una storia condivisa, Carlo Scarpa, Olivetti, Colonia Montana Brusson, MAXXIIl percorso di mostra si apre con una timeline nel corridio del Centro Archivi che ripercorre gli episodi salienti di oltre vent'anni di relazioni, dal primo incontro nel 1952 al 1978, anno dell’improvvisa morte dell’architetto. In questo periodo, il connubio Scarpa/Olivetti vede nascere tre progetti eccezionali: quello per la Colonia montana di Brusson in Valle d’Aosta (mai realizzata perché Scarpa non vinse il concorso), il famosissimo negozio di Piazza San Marco a Venezia e la mostra per British Olivetti a Londra. Questi progetti sono illustrati nel dettagliio da disegni, fotografie, documenti e pubblicazioni esposti all’interno della sala, provenienti dall’Archivio Carlo Scarpa custodito dal MAXXI Architettura.

Dice Margherita Guccione, Direttore del MAXXI Architettura: “La relazione tra Scarpa e Olivetti ci consente diraccontare una pagina di eccellenza della storia italiana del Novecento. Un'opportunità resa possibile dall'archivio professionale di Carlo Scarpa, conservato nelle collezioni di architettura del MAXXI, un prezioso patrimonio documentario che nel tempo ci ha dato molteplici occasioni di studio e ricerca ma anche di valorizzazione, svelando i tanti e suggestivi significati dell'opera del maestro veneziano."

Il rapporto di Carlo Scarpa con l’imprenditore d’Ivrea e più in generale con il “mondo Olivetti”, trova origine e si consolida all’interno della variegata “comunità” olivettiana: le diverse occasioni di contatto tra i due si inseriscono in una più ampia e poliedrica rete di relazioni dirette e indirette con figure legate all’arte, alla politica, all’università e alla cultura in generale. Ne deriva un rapporto di committenza atipico in cui si scopre un’inaspettata condivisione di valori, temi e vicende che hanno segnato la cultura architettonica italiana nel Novecento.

Scarpa/Olivett, Brani di una storia condivisa, Carlo Scarpa, Olivetti, Colonia Montana Brusson, MAXXIScarpa/Olivetti, Brani di una storia condivisa, Carlo Scarpa, Olivetti, MAXXI, Venezia, San MarcoIl primo incontro tra Scarpa e Olivetti ha luogo nel 1952 in occasione del IV Congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica a Venezia. Il nome e l’opera di Scarpa, cui nel 1956 viene anche assegnato il premio Olivetti per l’architettura, iniziano a trovare in quegli anni una certa risonanza sulle pagine di alcune pubblicazioni di Edizioni di Comunità, la casa editrice specializzata in scienze sociali di cui fu ispiritore e animatore lo stesso Adriamo Olivetti, e attraverso l’intermediazione di autorevoli figure della storia e della critica d’arte e di architettura, come Bruno Zevi, Carlo Ludovico Raggianti, Sergio Bettini, Licisco Magagnato, Giuseppe Mazzariol e Pier Carlo Santini.

Il rapporto di stima professionale e personale instauratosi tra Carlo Scarpa e Adriano Olivetti si è quindi tradotto più volte in occasioni progettuali su committenza dell’impresa di Ivrea, anche in seguito alla morte del suo carismatico fondatore nel 1960: oltre al noto showroom di piazza San Marco a Venezia (1957-58), Scarpa ha infatti partecipato a un concorso bandito dalla Olivetti nel 1955 per la realizzazione di una colonia montana a Brusson in Valle d’Aosta e, nel 1969, ha allestito, su incarico di British Olivetti, la mostra Frescoes from Florence presso la Hayward Gallery di Londra come segno di riconoscenza per gli aiuti forniti dal popolo inglese a Firenze durante l’alluvione.

I tre progetti redatti da Carlo Scarpa su committenza Olivetti, rispettivamente a vocazione sociale, commerciale e culturale sono espressione emblematica del complesso programma architettonico di Olivetti e soprattutto attestano punti di convergenza e sintonia e campi di impegno condivisi con Scarpa.

La mostra vuole essere anche un contributo al racconto questa storia, molto intensa e poco nota in tutte le sue molteplici sfaccettature.
Neri&Hu, Neri&Hu: Traversing Thresholds, Roma, MAXXI. Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, 19 november 2021 / 6 february 2022

Neri&Hu, Traversing Thresholds, Carlo Scarpa, MAXXI, AlcantaraCompie 10 anni il felice sodalizio creativo tra Alcantara, eccellenza del made in Italy e MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo.
A partire dal 2011, 50 designer e studi di design da tutto il mondo, sia affermati artisti che talenti emergenti, hanno presentato al museo le loro installazioni in Alcantara, sperimentando la versatilità e le potenzialità del materiale in linea con la mission di ricerca del MAXXI.

Curato da Domitilla Dardi (curatrice per il Design del MAXXI), dal 2018 il Progetto Alcantara-MAXXI si è evoluto nel format Studio Visit, che pone in relazione i Maestri del passato e quelli del presente, chiamati di volta in volta a dare una personale interpretazione delle opere dei grandi maestri in Collezione MAXXI Architettura, utilizzando Alcantara® come mezzo principale.

Neri&Hu, Traversing Thresholds, Carlo Scarpa, MAXXI, AlcantaraL'edizione 2021 vede lo studio internazionale Neri&Hu confrontarsi con uno dei massimi autori presenti in Collezione: Carlo Scarpa.

Con Traversing Thresholds (letteralmente Attraversare soglie) quest’anno lo studio di progettazione architettonica interdisciplinare, con sede a Shanghai, getta un ponte culturale tra occidente e oriente, tra sensibilità e visioni.

A identificare la lettura scarpiana da parte degli autori è la nozione di ‘soglia’ - concetto presente sia nel cinese ‘jian’ che nel giapponese ‘ma’, traducibili con ‘spazio’ o ‘pausa’ - intesa in senso architettonico come mediazione fisica tra due ambienti spaziali contrastanti, interiorità ed esteriorità, pubblico e privato, e ritrovata nei passaggi spaziali del maestro italiano.

Neri&Hu, Traversing Thresholds, Carlo Scarpa, MAXXI, Alcantara“Riflettendo sul concetto di “soglia”, questa idea di “jian” può essere intesa come spazio, oppure come elemento mediano, o ancora come tempo”, spiega Lyndon Neri.
Aggiunge Rossana Hu “È lo spazio di un intervallo, ma anche una pausa se si pensa al tempo; quindi, non si tratta solo di uno spazio ma di una sorta di concetto astratto tra lo spazio e il tempo o tra due elementi strutturali. Un non so ché di vuoto contrapposto a qualcosa che va riempiendosi, quasi come il silenzio tra le note musicali”.

L’installazione pensata da Lyndon Neri e Rossana Hu rilegge la visione di Scarpa nei suoi nodi centrali: l’invenzione del dettaglio, il dialogo tra pieno e vuoto, l’accostamento creativo dei materiali.

Attraverso i punti focali di questo progetto vengono ripercorsi sei passaggi chiave dell’architettura scarpiana – Pivot Plane, Eroded Corner, Inserted Landscape, Floating Datum, Slit Window, Off-Axis – che riflettono su alcuni studi del Maestro: la sottrazione del pieno, il dialogo tra i materiali, la sospensione antigravitazionale, la progressione prospettica dello spazio, lo slittamento degli assi strutturali. Lezioni di architettura che nella lettura di Neri&Hu generano nuovo spazio attraverso una maglia regolare di pareti che si intersecano, dove le sei soglie sono occasione per chiamare il visitatore all’azione e al disvelamento delle fonti scarpiane.
La presenza di Alcantara, straordinario “materiale da costruzione” delle grandi idee progettuali, con tutto il suo potenziale di versatilità, tattilità ed eleganza, rende l’opera un vero punto di connessione tra passato e presente. Impiegato nelle varianti a pieno colore, oppure in differenti texture – da goffrate a laminate – il materiale si fa elemento cardine dell’architettura disegnata da Neri&Hu e accoglie il pubblico con la sua innata sensorialità.

"Rossana Hu e Lyndon Neri ci hanno dato un punto di vista diverso dell'opera di Carlo Scarpa, una delle più preziose degli Archivi di Architettura del MAXXI. " - commenta Domitilla Dardi, curatrice della mostra - "Tramite il concetto di "soglia" il senso dello spazio come percorrenza e passaggio si apre ad una sensibilità progettuale orientale, presente "in nuce" nell'opera di Scarpa ed esaltata nella lettura installativa degli architetti contemporanei".

Per ogni edizione di Studio Visit gli autori (Nanda Vigo, Formafantasma, Konstantin Grcic e ora Neri&Hu) sono stati invitati a dialogare con l’opera di uno o più Maestri della collezione di Architettura del MAXXI per restituirne una propria visione. Ogni progettista ha dedicato un periodo di ricerca agli archivi lavorando con la massima libertà nella scelta dei temi e delle opere. Il risultato di questa riflessione è stato di volta in volta esposto negli spazi del museo come una sorta di “stanza di lavoro”, uno “studio” aperto al pubblico e restituito sotto forma installativa.

Alcantara, in ognuna delle mostre, ha messo a disposizione le sue eccezionali doti di flessibilità e interpretazione della forma, qualità necessarie anche quando si compie una ricerca concettuale. Sperimentazione materica e materiali di studio hanno così trovato un’analogia stretta e generatrice di nuovo pensiero.
Carlo Scarpa. Vetri e Disegni. 1925-1931, Verona (Italy), Museo di Castelvecchio, Sala Boggian, 23 november 2019 / 29 march 2020
BABETTO/SCARPA. Architecture et bijou contemporain, Paris, Istituto Italiano di Cultura di Parigi, 28 february / 22 march 2019

Che cosa hanno in comune un designer del gioiello contemporaneo, Giampaolo Babetto, e un grande architetto del ‘900, Carlo Scarpa? Quali sono le consonanze concettuali e formali tra i due maestri veneti?
La mostra BABETTO/SCARPA. Architecture et bijou contemporain, all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi dal 28 febbraio al 22 marzo 2019, risponde a queste domande.
Promossa dal MAXXI Architettura diretto da Margherita Guccione e dalla Galleria Antonella Villanova, curata da Domitilla Dardi ed Elena Tinacci, la mostra racconta infatti il linguaggio comune fatto di rapporti, connessioni, equilibri di pesi e volumi che condividono l’architettura e il gioiello contemporaneo, dove la visione progettuale vale più dei carati e dei metalli preziosi e l’unicità risiede proprio nella forma di un’idea. Sia su grande scala come nell’architettura sia su piccola scala come nel gioiello contemporaneo ciò che conta è dunque il progetto, l’idea, la struttura. Senza mai sacrificare l’indossabilità delle opere: i gioielli, infatti, “abitano” il nostro corpo, come noi abitiamo e animiamo le architetture.

Giampaolo Babetto maestro della scuola di Padova, lavora da sempre con grande attenzione all'architettura contemporanea ed è un ammiratore di Carlo Scarpa. La lezione del grande architetto - il suo senso ineguagliabile della forma geometrica e del ritmo, la straordinaria sapienza nella gestione dei materiali, i dettagli preziosi - è un tavolo di prova col quale Babetto non si stanca mai di confrontarsi.

In mostra, i gioielli sono esposti insieme a disegni preparatori, testimonianze del loro processo di costruzione e stralci del lavoro progettuale, messi in relazione con materiali documentari - disegni, prototipi e fotografie - di specifici progetti di Carlo Scarpa che sono nella collezione del MAXXI Architettura. Evidenti relazioni formali si manifestano soprattutto - ma non solo - nei confronti delle opere più note del grande architetto. Così il Museo di Castelvecchio si presta, nella geniale soluzione ideata da Scarpa per il basamento della statua di Cangrande, a diventare un riferimento formale diretto di Giampaolo Babetto per l’anello chiamato appunto Cangrande della Scala, in un sorprendente salto dimensionale. Le forme della monumentale Tomba Brion sono studiate e ripercorse nei disegni del maestro orafo padovano, che arriva poi a tradurre il cemento scarpiano in originali creazioni di oreficeria. Il risultato dello studio di Babetto su Scarpa sono opere di gioielleria uniche, che evidenziano i nessi materici, di processo, ideazione e costruzione con le architetture di riferimento. A fronte dell’evidente differenza di scala, la mostra, arricchita dal gioco di riflessi suggerito dall’allestimento dello studio SNA, indaga le molteplici relazioni tra la costruzione di un edificio e quella di un gioiello. E sottolinea che, come spiega Margherita Guccione: “strutture, forme, materiali, incastri, meccanismi e dettagli fanno capo a uno stesso pensiero logico, capace di trasformare l’idea iniziale in un oggetto concreto”.
Carlo Scarpa e il Giappone
Roma, MAXXI, Centro Archivi del MAXXI Architettura, 9 november 2016 / 17 april 2017
Treviso, Centro Carlo Scarpa, Archivio di Stato di Treviso, 21 september 2017 / 27 january 2018
Carlo Scarpa, un maestro Iuav: progetti e insegnamento, Venezia, IUAV, Tolentini, Galleria del rettorato, 14 june / 30 september 2016
Francesco dal Co (ed.), “I Modi” di Giulio Romano e i modi di Carlo Scarpa e Álvaro Siza, Venezia, Fondazione Querini Stampalia, 11 march / 15 may 2016
Carol Bove / Carlo Scarpa, Museion, Bolzano/Bozen, Italy, 1 november 2014 / 1 march 2015
Carlo Scarpa, inediti 1919 - 1950, Treviso, Centro Carlo Scarpa, Archivio di Stato di Treviso, 29 november 2013 / 1 marzo 2014
Carlo Scarpa & Tobia Scarpa. Dialogo sospeso, Bordeaux, Musée des Arts décoratifs, 14 september / 31 december 2012
Carlo Scarpa. Venini 1932–1947, Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Le Stanze del Vetro, 29 august / 29 november 2012
I disegni di Carlo Scarpa per casa Ottolenghi, Treviso, Archivio di Stato, Centro Carlo Scarpa, 28 june / 6 october 2012
Carlo Scarpa: uno sguardo contemporaneo, Vicenza, Centro Andrea Palladio, 16 june / 18 september 2011
Carlo Scarpa e la forma delle parole
Treviso, Centro Carlo Scarpa, 15 october 2010/15 january 2011 - extended: 5 march 2011
Roma, MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo), 28 july / 25 september 2011
A lezione con Carlo Scarpa
Venezia, Fondazione Querini Stampalia, 22 may/30 june 2010
Roma, MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo) 8 october/7 november 2010
Carlo Scarpa. Progetti per il Teatro, Treviso, Centro Carlo Scarpa, Archivio di Stato, 6 june/21 november 2009
Carlo Scarpa. Lo spazio dell'abitare, Treviso, Centro Carlo Scarpa, Archivio di Stato di Treviso, 22 october 2008/28 february 2009
Carlo Scarpa e l'origine delle cose, Venezia, Padiglione Venezia, Giardini della Biennale, 14 september/23 november 2008
review: Valerio Paolo Mosco, ""Carlo Scarpa, l'origine delle cose"", L'industria delle costruzioni 403, settembre-ottobre/september-october 2008 [Innesti - Sovrapposizioni - Estensioni 2], "Argomenti" pp. 94-95
Carlo Scarpa nella fotografia, Vicenza, Museo Palladio (Palazzo Barbaran da Porto), 24 september 2004/9 january 2005

review: Francesca B. Filippi, "Odio e amore tra fotografi e architetto", Il giornale dell'architettura 23, novembre 2004, p. 31
Carlo Scarpa. Mostre e Musei. 1944-1976, Verona, Museo di Castelvecchio, 10 september 2000/7 january 2001
Carlo Scarpa. Case e Pasaggi. 1972-1978, Vicenza, Palazzo Barbaran da Porto, 10 september 2000/7 january 2001
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Luigi Nono, A Carlo Scarpa, Architetto. Ai suoi infiniti possibili, Ricordi, 1984
 
 
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